I R.E.M., gli R.E.M., si sono sciolti, e così un
tassello fondamentale della storia del rock e del pop lascia la scena dopo un
decennio fisiologicamente non troppo felice ma non privo di momenti
più che dignitosi. I R.E.M. (mi si perdoni la pronuncia
italiana, ma io riesco a chiamarli solo così) rappresentano
uno dei pochi gruppi che mi hanno accompagnato ininterrottamente
dall'adolescenza a oggi. Alcuni gruppi che ascoltavo a quindici anni
ora mi hanno stufato. Altri mi piacciono ancora, ma in fondo li
ascolterò sì e no una volta all'anno. Altri suscitano
in me un senso di imbarazzo, a pensarci oggi. I R.E.M. no. Li ascolto
da circa vent'anni, spesso ho almeno un loro CD in macchina, e ogni
volta che metto su Green mi stupisco di quanto sia bello.
Quali sono dunque i miei ricordi legati a questa storica band? Iniziai ad ascoltarli credo in prima o seconda liceo, su due
musicassette originali (erano, ovviamente, Out of Time e
Automatic for the People) prestatemi dal mio amico Mana.
Certo, prima ancora avevo visto decine di volte i video di Losing My Religion e Everybody Hurts passare su MTV o Videomusic.
Tuttavia, i ricordi più intensi risalgono a un paio d'anni più
tardi, all'uscita di Monster. Era l'età giusta per
apprezzare un album del genere, e ancora oggi, se tiro fuori il
libretto dalla custodia del CD, l'odore e la ruvidezza della sua
carta opaca mi riportano a quei giorni, quando mi struggevo
all'ascolto di You. Andai anche a vederli in concerto al
Palastampa di Torino, insieme a Mana e a Gianfranco, un signore che
purtroppo non c'è più e che mi pagò pure il
biglietto. In seguito ricordo che mi procurai anche i primi due album,
Murmur e Reckoning (Document, Green e gli
altri vennero solo più tardi), e durante una vacanza in Umbria
con mia sorella comprai una videocassetta contenente alcune riprese live
dei vecchi tempi. Credo che fosse uscita in edicola, e allegata c'era
anche una storia a fumetti che descriva l'esordio della band. Chissà
dov'è finito quel libretto? Sarà in qualche scatolone?
Devo assolutamente ritrovarlo.
A quel tempo cantavo anch'io in un gruppo, un classico gruppetto
adolescenziale fondato insieme a un paio di miei compagni di classe.
Provammo anche a suonare What's the Frequency, Kenneth?, ma la
nostra versione scalcinata non uscì mai dalla sala prove. A
ogni modo, il ricordo più intenso che ho dei R.E.M. risale a
quel periodo, e mi trovavo proprio in compagnia dei Black Riders
(così ci chiamavamo). Eravamo tutti insieme in una saletta
del bar della stazione di Alba. C'erano un biliardo, forse un
videogioco... e poi c'era un juke-box. Sì, proprio un
juke-box. Esisteranno ancora? Dato che eravamo "musicisti", ci
venne naturale mettere su una canzone. Non credo che ce ne fossero
tante che mi piacessero, ma c'era Drive, e allora spesi una
moneta per sentirla. All'ascolto provai un brivido, e lo provo
tuttora.
mi ritrovo in tutto.
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